Telefunken Mod.569, cronaca di un restauro impossibile
Quando ci è caro un oggetto di famiglia, una cosa che vediamo da sempre e che ci ricorda una persona cara od un tempo passato; oppure abbiamo un oggetto trovato in cantina che ci fa pensare alla sua possibile storia forse in parte sconosciuta perchè rimasta nel cuore di una persona che non abbiamo più fra noi; raramente restiamo insensibili.
Questi oggetti hanno spesso il potere di raccontarci meglio di ogni altra cosa la nostra storia, ci fanno pensare a quando sono stati prodotti, con tutte le note positive e negative che aveva quel tempo passato, abbiamo la possibilità di calarci nel periodo storico pensando alle emozioni, alle gioie, ai dolori che quella gente ha provato molto spesso con quell'oggetto a testimone.
E' abbastanza frequente che chi ha una vecchia radio di quando era giovane o che era appartenuta al nonno, la voglia tramandare ai propri figli restituendola alla sua funzionalità originale. Questa è una cosa che dobbiamo alla nostra storia ed al futuro delle prossime generazioni, ma in molti casi l'operazione di restauro può essere talmente laboriosa che la spesa per sostenerla può diventare molto pesante.
Quando nel mio laboratorio l'amico Andrea mi ha portato questo vecchio radiogrammofono, mi sono subito accorto della gravità della cosa, normalmente qualsiasi riparatore anche esperto non l'avrebbe neanche toccato, ma io ho voluto rendermi conto della cosa, prendere tempo e riservarmi di sciogliere la prognosi dopo una settimana di verifiche e ripensamenti.
Era una cosa impensabile, la radio era stata conservata in maniera disastrosa, il tutto era arrugginito in modo profondo, erano distrutti tutti i collegamenti meccanici dei circuiti di sintonia e di controllo di selettività variabile, il mobile era tarlato da tutte le parti ed aveva sofferto per la grande umidità. Però anche se era necessario sostituire tutti i componenti passivi, i trasformatori erano funzionanti ed il lavoro si sarebbe potuto fare. Il giradischi era stato sostituito e non era perciò originale, ma il modello presente consentiva anche l'ascolto di dischi microsolco e questa era una caratteristica cara ai proprietari.
Feci un preventivo di massima cercando di immaginare tutto il tempo che sarebbe stato necessario per eseguire tutti i lavori... no, no era assurdo, speravo comunque che mi dicessero di no. Andrea si prese una settimana di tempo e due giorni dopo venne a dirmi che con la moglie avevano deciso di farmi fare il lavoro. Avrebbero rinunciato ad una vacanza per avere qualcosa da tenere vicino per il resto della vita. La cosa mi fece immediatamente cambiare idea: ero adesso felice di poterli aiutare in questo intento.
Per prima cosa svuotai il mobile e feci un radicale trattamento antitarlo, lo sigillai in un sacco di nylon dove stette per mesi; poi ripetei il trattamento. Il telaio elettronico presentava i segni di deterioramento tipico dai topi entrati nella cascina dove era conservata la radio, lavai con abbondante acqua e detersivi a forte azione disinfettante e sgrassante. Verniciai con speciale olio antiruggine e dopo settimane di trattamenti riverniciai con smalto d'alluminio ad effetto come originale.
Dovetti rifare tutto, proprio tutto. Poi sarebbe stata la volta del mobile.
Turai tutti i buchi dei tarli, sverniciai completamente dalla nitrolacca dell'epoca e dopo tinteggiatura bicolore come in origine rilucidai con gommalacca a tampone. Dopo i necessari interventi anche al giradischi ed all'altoparlante elettrodinamico, ecco come si presenta la bellissima radio Telefunken mod.569, ora restituita alle cure dei coraggiosi proprietari che a sua volta la affideranno ai figli. La storia la facciamo noi, di generazione in generazione.